Piccola Impresa Fai Da Te

Piccola Impresa Fai da te

1. Contesto e giustificazione del progetto

L’Unione Europea, ormai da diversi anni, fornisce indicazioni che mirano alla promozione e allo sviluppo di uno spirito imprenditoriale più dinamico che sappia rispondere alle nuove esigenze manifestate anche dall’apertura di nuovi mercati.
Il futuro dell’economia europea si basa sullo sviluppo dell’imprenditorialità che rappresenta, tra le altre cose, una alternativa al problema della disoccupazione.
Attraverso la promozione dell’imprenditoria, infatti, nasceranno nuovi posti di lavoro che daranno la possibilità a molti giovani di passare dallo stato di disoccupazione, o di lavoro dipendente, ad una situazione di lavoro autonomo.
La spinta allo sviluppo ed al consolidamento di nuove esperienze imprenditoriali, infatti, viene anche dalla Strategia Europea per l’Occupazione che individua nell’imprenditorialità una delle possibili soluzioni al dilagare della disoccupazione.
In campo imprenditoriale il successo deriva dalla giusta combinazione di creatività, innovazione e sana gestione.. Occorre allora muoversi verso un sostegno concreto nella creazione di nuove imprese. Come sottolineato dal Libro Verde della Unione Europea la promozione dello spirito imprenditoriale deve avvenire anche attraverso l’incoraggiamento alle persone ad inseguire le loro ambizioni con costanza e a trasformarle in progetti di successo; è necessario, inoltre, operare in condizioni ambientali favorevoli per consentire uno sviluppo ed un crescita competitivi.
All’interno di questo scenario si fa sempre più pressante l’esigenza di conoscenze teoriche e pratiche che incrementino la cultura imprenditoriale e che preparino figure professionali in grado di rispondere ai bisogni presenti all’interno delle imprese.
È proprio a questo bisogno che si vuole dare risposta con la presente azione formativa la quale si propone di trasmettere tutte quelle competenze necessarie per avviare un’attività autonoma all’interno del tessuto economico italiano centrato soprattutto sulla piccola e media impresa.
Si tratta quindi di un’azione formativa che risponde all’esigenza di una grande quantità di soggetti “deboli” che vorrebbero avviarsi alla carriera imprenditoriale ma che non dispongono delle competenze necessarie.
Grazie alla legislazione degli ultimi venti anni – nazionale ed europea – è indubbio che detti soggetti, nella loro duplice veste di consumatori ed utenti, siano divenuti soggetti di posizioni tutelate: non più per singole occasioni settoriali, ma quali soggetti protagonisti del mondo economico.
L’evoluzione storica ha fatto del cittadino-consumatore la potenziale vittima di un mercato sempre più sofisticato ed agguerrito; l’evoluzione normativa ha inteso provvedere a difendere il cittadino-consumatore, riconducendolo, con l’arma della legge, verso una posizione di sostanziale parità con le controparti.

2. Diritto alle tutele del consumatore.

Per il diritto dei consumatori – come per le associazioni di tutela dei consumatori – la missione deve essere quella di tutelare gli interessi di tutti i consumatori, fruitori di servizi pubblici e privati, difendendone diritti e prerogative ed assistendoli nei loro rapporti con i fornitori dei beni e dei servizi, assicurando loro le forme più ampie di tutela amministrative e giurisdizionale.
Anche quando il consumatore – utente si immette nel mercato e/o si rivolge alle istituzioni pubbliche per informarsi, formarsi e fruire di servizi finalizzati alla nascita di una nuova impresa o all’avvio di un’attività di lavoro autonomo.
Proprio nella fase precedente la creazione dell’impresa o l’avvio dell’attività di lavoro autonomo, il soggetto “aspirante” professionel si relaziona con i soggetti “forti” dai quali la legislazione in materia consumeristica varata negli ultimi venti anni ha inteso proteggere il soggetto “debole” del consumatore.
Anche in questa veste il consumatore (aspirante imprenditore) avrà diritto alla sicurezza e qualità dei prodotti e dei servizi, nonché alla erogazione di servizi pubblici adeguati ed offerti secondo standard di qualità ed efficienza.
Questo consumatore – come le altre categorie di consumatori – ha diritto a migliorare la sua posizione sul mercato e la capacità di “autoproteggersi” al fine di ridurre lo squilibrio nel campo dell’informazione e della comunicazione.
Il consumatore aspirante professionel non dispone di una informazione di servizio adeguata e comunque incontra notevole difficoltà ad accedervi rispetto alle imprese già avviate: sconta cioè quella tipica “asimmetria informativa” che il mercato attuale ha addirittura accresciuto.
Questo è il motivo per cui è necessaria un’azione volta alla realizzazione di programmi specifici per la diffusione delle informazioni utili, di servizio ed assistenza per il consumatore-utente interessato alla realizzazione delle sue aspirazioni professionali.
Ecco che un incremento della disponibilità complessiva di informazioni fruibili da tali soggetti ancora “deboli” potrebbe agevolare l’avvicinamento tra consumatori ed imprese, la creazione di nuove imprese, il rafforzamento del tessuto imprenditoriale e sociale, oltre che favorire la riduzione del rischio di comportamenti sleali o illegittimi.
Di qui l’idea di creare strumenti informativi dedicati, anche con il tramite delle istituzioni già preposte.
Di qui l’opportunità di un Progetto di studio, di ricerca e di formazione – quale quello qui offerto in comunicazione alla Regione Lazio – volto colmare il gap informativo che ancora si rinviene tra i soggetti consumatori potenzialmente “imprenditori di se stessi”.

3. Diritto alle tutele del consumatore durante gli step di accesso alla nuova attività autonoma o imprenditoriale.

In particolare, nel suo percorso di accesso alla libera professione, al lavoro autonomo o all’attività di impresa, il consumatore aspirante imprenditore professionista dovrà attraversare i seguenti step:

1. Informazione e documentazione
2. Formazione
3. Luoghi di acquisizione del know-how o di trasmissione dei saperi (società di formazione o tirocinio presso altro professionistaimprenditore)
4. Necessità di consulenza legale ed assistenza fiscale presso altri professionisti
5. Rapporto con le Istituzioni e la P.A per la fruizione dei servizi pubblici necessari all’avvio dell’attività
6. Rapporto con gli Enti Locali e rapporto con le associazioni di categoria del mondo delle imprese-professionisti
7. Ottava stazione: necessità di supporto nella redazione del businessplan
8. Attività di ricerca degli strumenti di credito e finanziamento del progetto
9. Attività di predisposizione ed allestimento del luogo di svolgimento della futura attività autonoma o imprenditoriale
10. Rapporto con le camere di commercio
11.Rapporto con il fisco ed Agenzia delle Entrate
In ogni caso: per tutta la fase propedeutica allo start-up dell’impresa, applicabilità al consumatore aspirante imprenditore della disciplina di tutela dei suoi diritti in tema di:
– acquisti, consumi, prezzi, tariffe, beni di consumo, ecc.
– assicurazioni
– utenze (impianti domestici, sicurezza, utenze, elettricità e gas, servizi idrici)
– contrattualistica
– mutui bancari e credito al consumo, risparmio e banche
– semplificazione amministrativa e trasparenza (partecipazione del cittadino, accesso agli atti, ecc.)
Di seguito l’iter operativo del progetto approvato.

1. Indagine conoscitiva e messa a punto degli strumenti di indagine. Nella prima fase, in accordo con le istituzioni deputate a raccogliere le iniziative imprenditoriali (Agenzia delle entrate, camera di commercio, Ministero dello Sviluppo Economico, Tribunale civile) si procederà – mediante interviste mirate in loco – a raccogliere le impressioni e le considerazioni dei cittadini in merito all’attività che stanno avviando, alla tempistica prevista e agli adempimenti necessari, Al termine di questa – puramente conoscitiva – verrà redatta una relazione, di natura generale, riferita a diverse tipologie di attività, sia di natura commerciale che industriale e professionale, nella quale potrà essere – auspicabilmente – evidenziata ogni iniziativa di semplificazione.
2. Attuazione
La fase attuativa, organizzata in parallelo alle precedenti, consiste nella selezione di 15 idee imprenditoriali che successivamente formeranno oggetto di una simulazione di apertura dell’attività d’impresa. Al termine di questa fase, le proposte selezionate, unitamente ai risultati della simulazione, verranno presentate nel convegno finale.
Inizialmente si procederà alla promozione del progetto a mezzo canali universitari e di associazioni di categoria delle piccole e medie imprese. Coloro che risponderanno ai requisiti prefissati potranno presentare domanda di partecipazione allegando una idea imprenditoriale ed il proprio curriculum.
Verranno dapprima selezionate le migliori 50 proposte, tra le quali si sceglieranno le 15/20 idee imprenditoriali che saranno oggetto della formazione e, successivamente, della simulazione gestionale.
A titolo indicativo, si potrebbero selezionare n. 5 domande provenienti da studenti iscritti all’Università La Sapienza, n. 5 dalla Luiss e le restanti 5 da una organizzazione rappresentativa delle piccole e medie imprese.
I parametri di selezione potrebbero essere un curriculum studiorum affine all’ idea imprenditoriale presentata ovvero, per i neolaureati o gli studenti universitari, la tesi di laurea già elaborata o in corso di avanzata elaborazione, su temi coerenti a questa iniziativa.
Per coloro che saranno selezionati dall’organizzazione rappresentativa delle piccole e medie imprese i requisiti potrebbero essere l’esperienza pregressa, l’età o il costo della realizzazione.
Le selezioni saranno comunque effettuate direttamente dai professori e docenti coinvolti nella formazione e nella stesura del successivo Business Plan, da un rappresentante dell’Associazione presso il CRUC e – qualora il Dipartimento in indirizzo lo ritenesse opportuno – anche da un rappresentante della Regione Lazio.
Ai proponenti delle 15/20 idee selezionate verrà erogata una formazione di tipo economico-aziendale, tributario ed informatico.
Al termine della formazione ciascuno dei candidati dovrà presentare un proprio business plan relativo all’idea imprenditoriale.
Una commissione valuterà l’assegnazione di 5 borse di studio.
Le 15 idee imprenditoriali saranno, inoltre, oggetto di una simulazione di inizio attività unitamente alla Agenzia delle Entrate, alla Camera di Commercio e ad eventuali organismi amministrativi che il cittadino / utente dovrebbe contattare se volesse iniziare detta attività.
3. Diffusione dei risultati
In questa ultima fase verrà organizzato un convegno per la presentazione dei risultati. Al convegno saranno invitati i rappresentati della Regione Lazio, in veste di ente finanziatore, dell’Università La Sapienza, della Luiss, di Associazioni di categoria e della Camera di Commercio di Roma e degli
organismi amministrativi coinvolti (Agenzia delle Entrate, Camera di Commercio, ecc).
Inoltre i partecipanti al corso di formazione verranno inoltre invitati ad esporre le proprie idee imprenditoriali.
Si allega, infine, un riepilogo finanziario che sostituisce quello presentato in precedenza e bozza della lettera che sarà inviata alle istituzioni ed enti deputati a raccogliere o ricevere le comunicazioni amministrative di inizio attività.
Si resta a disposizione per eventuali chiarimenti ed approfondimenti.

Distinti saluti
Associazione Culturale Cento Giovani
Il Presidente
Dott. Giovanni Rizzi