Questa metamorfosi della mente umana deriverebbe da i rischi e le opportunità dovute al trasferimento di memoria e conoscenza dalla mente umana a memorie digitali e virtuali.
Ci basta un click su Google o su Wikipedia per trovare l’informazione che stiamo cercando, tutto ciò ci rende più autoreferenziali in quanto non chiediamo più agli altri e il nostro cervello non si allena più a memorizzare informazioni, in quanto possono essere reperite più velocemente e senza sforzo in rete.
Tradizionalmente ricordi e conoscenze erano un’impresa sociale, ma ora sono affidati a memorie artificiali e alla rete, di conseguenza le persone smettono di far riferimento l’uno all’altro per scambiarsi conoscenze come si è fatto per millenni e, spiega Ward, appena c’è bisogno di sapere qualcosa, si collegano dallo smartphone o dal tablet.
Tuttavia internet ci dona molte opportunità, quello che prima si doveva memorizzare nella testa, adesso si può mettere in un hard-disk o nella rete, liberando così risorse cognitive per altri scopi, per esempio utilizzando in modo nuovo quell’informazione.
di Annalisa Panetta