Lo scorso 9 aprile si è svolta presso la Sala Pietro da Cortona dei Musei Capitolini l’iniziativa “Tornare alla vita, tornare a lavoro” (Comunicato stampa e locandina disponibili alla pagina web http://acliroma.it/events/tornare-alla-vita-tornare-a-lavoro/): la tavola rotonda, organizzata dalle ACLI (Associazioni Cristiane Lavoratori Italiani) di Roma in collaborazione con la Commissione delle Elette di Roma Capitale e il Nucleo Acli-Acea, ha visto la partecipazione delle istituzioni, dei sindacati, degli esponenti della comunità scientifica e delle lavoratrici, per trattare la tematica del rientro delle donne sul posto di lavoro in seguito ad un percorso terapeutico. «Sono temi che non hanno appeal sicuramente – ci dice Lidia Borzì, Presidente delle Acli Provinciali di Roma – parlare di malattia vuol dire parlare di situazioni difficili, che toccano uomini e donne nella sfera lavorativa, ma anche nella sfera personale». Ed è per questo che le ACLI lavorano, per «dare risposte in rete, risposte in sinergia», che provengano dunque non da mondi separati, a compartimenti stagni, ma che presuppongano un dialogo tra il mondo della sanità, delle parti sociali, delle istituzioni e delle/dei cittadine/i. «Questo l’intento della tavola rotonda – prosegue la Presidente – rappresentare, anche visivamente, a un mese dall’8 marzo, Giornata Internazionale della Donna, che i riflettori sulle donne non possono accendersi e spegnersi nel giro di 24 ore, e che i soggetti che devono dare risposte sono quelli presenti oggi simbolicamente a questo tavolo».
Un tavolo di lavoro dunque, con proposte di programmi riguardanti la prevenzione, il sostegno dei piccoli datori di lavoro e delle lavoratrici/dei lavoratori che si trovano a combattere la malattia: il tutto indirizzato verso la creazione di una rete di «porte sociali», attraverso le quali accedere consapevolmente ai diversi soggetti che devono andare a formare una rete confortevole di diritti per chi necessita di sostegno, medico e morale.
Parola d’ordine allora “sinergia”, come ribadito anche nell’indirizzo di saluto inviato dalla Ministra della Salute Beatrice Lorenzin, la quale sottolinea l’importanza di «creare condizioni adeguate per garantire un rientro “morbido” dopo una lunga malattia» attraverso il diritto ad un «sostegno morale, psicologico ma, ancor più, sostegno fattivo e concreto. Dobbiamo mettere in sinergia tutte le nostre energie e coordinare il nostro impegno affinché o stesso sia finalizzato a creare una “rete di protezione” che possa garantire una tutela reale a favore delle donne».
…Nella speranza che le donne non facciano la fine dei pesci, in tutte queste “reti”.
di Annalisa Bifolchi