Sono passati 4 anni dal disastroso terremoto che nel gennaio 2010 colpì la già fragile nazione di Haiti.
Alcune stime parlarono di più di 200.000 vittime, una quantità di danni materiali non stimata definitivamente e, secondo la Croce Rossa e l’Onu, quasi 3milioni di persone coinvolte dal terremoto direttamente o indirettamente.
Nel corso di questi quattro anni la popolazione ha dovuto pensare a ricostruire tutto, a ripartire da zero per rimettere in moto la già problematica economia nazionale. Nel processo è stata aiutata dalla comunità internazionale che è riuscita a fornire una base economico-organizzativa da cui il paese potesse ripartire.
Tra gli enti che hanno partecipato alla ricostruzione spicca il lavoro della Federazione Internazionale di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa, della CRI e della Croce Rossa Haitiana, le quali, hanno inaugurato lo scorso 29 ottobre a Port au Prince il ‘Village Haitien Solferino’, un insediamento urbano di 53 case per altrettante famiglie rimaste senza un tetto dopo il catastrofico terremoto del gennaio 2010.
Il lavoro è stato condotto utilizzando solo forza lavoro locale, portando quindi lavoro alla comunità attraverso la creazione di un vero e proprio polo industriale che ha permesso la realizzazione di numerosi progetti: la costruzione di un centro nutrizionale, che ha completato il poliambulatorio già esistente, la realizzazione di un “centro di quartiere”, costituito da una scuola, da una sala biblioteca, da una sala computer, da un centro culturale, da un anfiteatro e campi sportivi rivolti agli oltre 1500 ragazzi e bambini del quartiere.
Bisogna sottolineare come il nuovo villaggio sia stato costruito e programmato utilizzando i criteri antisismici necessari a ridurre il più possibile il rischio in caso di ulteriori eventi tellurici.
Solferino, dall’Italia al Pacifico.
di Andrea Poliseno