Roma a rischio terremoto

 

Dopo il sisma del 24 agosto che ha colpito il cuore della nostra penisola mietendo vittime e distruzione, siamo tutti più insicuri e questo per molteplici ragioni tra le quali spicca l’impossibilità da parte dell’uomo di far fronte ad un evento così forte e distruttivo che la natura realizza senza chiedere il permesso ad alcuno.

Ed è proprio in questi giorni che nell’ambito di alcune maratone televisive si è tentato di voler dare una risposta a quanto accaduto e alle eventuali colpe o responsabilità che hanno portato a radere al suolo centri storici e interi borghi incastonati ai piedi dei Monti della Laga che si estendono per più di 24 chilometri tra gli Altipiani di Amatrice (RI) e di Campotosto (AQ).
A pochi chilometri da Roma, dunque, si è consumata in appena 142 secondi una tragedia che ha colpito una popolazione molto vasta che nella maggior parte dei casi ha perduto totalmente le proprie radici.
Ma anche Roma non è esente dal rischio sismico, anzi, le scosse del 24 agosto non hanno risparmiato i romani soprattutto in alcune zone ove gli abitanti si sono allarmati e hanno chiamato i Vigili del Fuoco.
Se è vero che da un lato, a detta degli esperti, Roma non è una zona ad alta pericolosità sismica, dall’altro lato pare che alcune zone siano ad alto rischio in caso di sisma poiché edifici anche abbastanza alti sono stati costruiti con materiali poveri e con una edificazione selvaggia. Diverse zone, dunque, sotto la lente di ingrandimento: il Tuscolano, viale Marconi, le borgate adiacenti Primavalle, Torrevecchia e Morena. Zone queste con una popolosità enorme. Ci vivono circa novecentomila abitanti.
Ricordiamo però che lo stesso centro storico di Roma è stato costruito in epoche in cui la legge antisismica non era presente neanche in forma embrionale. Dunque, anche nel Rione Monti sono state apportate diverse modifiche e alzate le costruzioni con piani aggiuntivi.
In conclusione quindi anche la Capitale d’Italia in caso di sisma potrebbe essere sconvolta proprio in quelle zone che hanno visto uno sviluppo urbanistico e una triplicazione degli abitanti a cavallo tra gli anni ’60 e ’70 ovvero a valle del dopoguerra.

Di Donatella Carriera

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