Riduzione del rischio dove sei?

 

Italia, ottobre 2015. La tredicesima città italiana per popolazione, 240mila abitanti, rimane senza acqua per giorni. A Messina una frana ha interrotto l’afflusso delle riserve idriche alla città danneggiando l’unica, si l’unica, conduttura che rifornisce il paese.

Gli abitanti hanno fatto la fila alle autobotti per per poter accedere quel poco d’acqua che si riusciva a trasportare. Hanno assistito a sciacallaggio ed ad una specie di mercato nero dell’acqua.
Ridurre il rischio, che non è solo quello sismico, è anche questo: evitare che 240mila persone rimangano senza acqua.
Il rischio è definito come combinazione di probabilità e di gravità (severità) di possibili lesioni o danni alla salute, in una situazione pericolosa. Nella valutazione degli scenari evolutivi possibili di un territorio, quali l’analisi di problematiche di carattere ambientale, il rischio è un valore definito dal prodotto:
R = P × (Vu × Val)
Dove: P è la pericolosità dell’evento in analisi, ovvero la probabilità che un fenomeno accada in un determinato spazio con un determinato tempo di ritorno;
Vu è la vulnerabilità, ovvero l’attitudine di un determinato elemento a sopportare gli effetti legati al fenomeno pericoloso;
Val è il valore che l’elemento esposto al pericolo assume in termini di vite umane, economici, artistici, culturali o altro.
Vogliamo provare o no ad agire su una di queste variabili per ridurre sto maledetto rischio ed evitare anche scempi di questo genere?

di Valerio Lofoco

 

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