Ricostruire dagli errori ed orrori del passato, per non sbagliare nuovamente

Ricostruire deriva dal latino reconstrùere, composto da re-, di nuovo, e construere, cioé costruire, a sua volta composto da con-, insieme, e struere, cioé ammassare, costruire.
Etimologicamente tale verbo implica un’azione comune, di più persone, volta a mettere insieme dei pezzi al fine di creare un qualcosa di utile ed utilizzabile.
Da questo significato bisognerebbe ripartire per la ri-costruzione de L’Aquila, una ricostruzione dovuta agli abitanti della città ma che, ormai, possiede un grande valore simbolico nazionale per tutto quello che ha significato e per come si è svolta la vicenda.
Nell’attuale disegno della Legge di Stabilità 2015 possiamo estrapolare un piccolo barlume di speranza per gli abitanti del capoluogo abruzzese: si prevede lo stanziamento di oltre 5 miliardi di euro per la ricostruzione a L’Aquila, a cui si aggiungono più di 1 miliardo di risorse residue precedentemente stanziate. Quasi sei miliardi e mezzo di risorse totali.
La ricostruzione de L’Aquila va concepita su una scala più grande, che può estendersi ai processi di ristrutturazione nazionale: costruire significa “ammassare insieme”, insieme e non da soli, è un processo che riguarda più persone, una comunità.
Se i soldi stanziati verranno utilizzati in modo saggio e tale da non ripetere gli scempi edilizi che in questi mesi tanto si stanno denunciando nel paese, significherà che siamo pronti all’inversione di tendenza e L’Aquila acquisterà una sempre maggior importanza simbolica nei nostri processi di cambiamento.

di Andrea Poliseno

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