Lo stato d’emergenza per uno stato in emergenza

 

C’è poco da dire sulla situazione che ha colpito uno dei comuni più popolati d’Italia. Messina è ufficialmente senz’acqua dal 24 ottobre di quest’anno. Ma come? Non l’avevano riparata con un bypass con un’altra condotta? Si, anzi no.

Una delle saldature di tale bypass si è rotta. Ciò significa che la conduttura non è stata riparata, anche logicamente poiché non si tratta di un operazione semplicissima, ma è stata messa una “toppa”. Potremmo definirla la toppa all’italiana, un po’ come vengono riparate le buche a Roma: un po’ di catrame e via verso la prossima.
L’Italia è una malato che non si cura, non cerca di ridurre il dolore ma mette solo dei cerotti qua e la sul suo corpo.
Ovviamente è stato dichiarato lo stato d’emergenza perché è l’unica situazione in cui gli italiani rendono a 360 gradi, poiché vengono eliminati alcuni passaggi gerarchici e le decisione accentrate. In normali situazione non siamo in grado di programmare, di renderci conto che le azioni presenti avranno conseguenze sul futuro.
La situazione paradossale di Messina, paradossale perché è entrato in gioco anche l’esercito, è lo specchio di questo paese. Ci serve l’emergenza per gestire i prossimi 6 mesi, dire che siamo intervenuti e poi…. E poi non è necessario, arriverà qualcun altro a chiedere lo stato d’emergenza.

di Valerio Lofoco

Leave a Reply