L’infinita controversia del TMB

I mesi passano, l’estate si è ormai conclusa ma la situazione dei quartieri di Villa Spada e Fidene contro il TMB di via Salaria non accenna a cambiare. Questo impianto si trova a poca distanza da case, scuole e uffici dal 2011, sono perciò 5 anni che mina la qualità della vita dei residenti e lavoratori. E pensare che già con la giunta Marino si era arrivati alla decisione, o meglio al proposito, di chiudere il TMB per sempre, salvo riaprirlo in caso di emergenza nel periodo del giubileo straordinario. Così infatti recitava un comunicato della Giunta comunale il 29 ottobre 2015: “Nella riunione di questa sera è stata confermata la volontà della Giunta di procedere alla chiusura del Tmb Ama di via Salaria, entro il 31 dicembre 2015, ferma restando la possibilità di utilizzo – in caso di comprovata necessità – durante il periodo del Giubileo. La chiusura è l’ultimo atto del percorso che in questi anni ha visto l’amministrazione comunale e municipale lavorare insieme ai cittadini e all’Ama, in un apposito tavolo partecipativo, per cercare di trovare soluzioni al fine di ridurre l’impatto delle emissioni odorigene che interessavano le aree circostanti”.
Questa promessa è stata ovviamente disattesa e la nuova sindaca Virginia Raggi non sembra ottimista sulla situazione dell’impianto: “Il TMB del Salario è proprietà Ama, quindi non possiamo chiuderlo definitivamente come vorrebbero i cittadini. Anch’io auspicherei che non ce ne fosse bisogno ma non è possibile, bisogna essere chiari e dire la verità”.
Un inferno dunque destinato a continuare quindi nonostante l’Assessore all’Ambiente Paola Muraro avesse più volte paventato l’idea di convertire il TMB in un polo tecnologico prospettando per l’impianto un futuro da “fiore all’occhiello” della Capitale.
Tuttavia il caos sembra regnare sovrano e i cittadini annunciano l’assedio al Campidoglio: “Come promesso dopo le manifestazioni presidio al TMB di Via Salaria, dopo la manifestazione alla Regione Lazio, dopo aver combattuto per la bocciatura della mozione in III Municipio ad opera di una battaglia politica interna al M5S, adesso andremo anche sotto al Campidoglio. Il problema non è solo la puzza, non prendeteci per stupidi. Noi cittadini non siamo merce di scambio elettorale da usare per fini politici, non siamo cavie umane da sacrificare per sperimentare tecniche nuove di smaltimento o gli interessi e le esigenze di una città intera, non ci pieghiamo a comparsate e false promesse elettorali propagandistiche. Non attenderemo ancora, non vogliamo compromessi, non vogliamo lacchè di partito, non avremo bandiere”.

Di Valerio Bocci

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