L’arte del Lussemburgo nella Città Eterna

Per l’estate 2015 l’Accademia Belgica di Roma (Via Omero, 8) propone al pubblico due mostre che si svolgeranno parallelamente. In occasione dell’inizio del Semestre della Presidenza lussemburghese al Consiglio dell’Unione Europea, lo scorso 24 giugno l’Accademia ha inaugurato le mostre di due grandi artisti lussemburghesi: la scultrice Bettina Scholl-Sabbatini e il fotografo Phil Deken. Entrambe le mostre, organizzate in collaborazione con l’Ambasciata del Lussemburgo, saranno aperte al pubblico fino al 24 settembre.
“Melusina” è il titolo della mostra della scultrice che, per l’occasione, ha realizzato 21 torsi in bronzo ispirandosi alla leggenda di Melusina, figura di donna dalla coda di pesce, e mito di grande importanza per la tradizione culturale lussemburghese. Oltre all’esposizione in anteprima mondiale a Roma dei bronzi, sulla terrazza dell’Accademia Belgica è stata posizionata la riproduzione gigante in oro di una Melusina alata che, richiamando l’immagine della Gelle Fra, la statua dorata simbolo della città di Lussembugo, sembra instaurare un dialogo con le figure alate che popolano l’universo artistico della Capitale, realizzando così un ponte ideale tra i due paesi, nel segno dei valori condivisi che li accomunano nello spazio europeo.
La mostra del fotografo Phil Deken è intitolata “Urbs – Fragmenta Romana”. L’autore, ha scelto di esporre 20 fotografie tra 115 scatti realizzati in diversi luoghi nel cuore di Roma. Utilizzando un formato rigorosamente verticale, l’artista propone una visione sorprendente della città: attraverso giochi prospettici, giochi di luce e giochi di colore rivela dei dettagli poetici che spesso rimango in ombra. Le fotografie, dunque, lasciano trapelare lo stupore dell’artista alla scoperta di una città che egli stesso definisce “una meraviglia continua”.
Due artisti, due mostre parallele e un amore in comune: quello per la Città Eterna.
Le mostre sono aperte dal lunedì al venerdì dalle ore 10 alle 18 (esclusi il 21 luglio, 10-23 agosto).

di Valentina Barbanera

 

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