La Croce Rossa attiva il servizio Restory Family Linka Ventimiglia

Europa si, Europa no. È sempre meno chiaro quale è la linea di confine che demarca i diritti-doveri dell’Unione Europea verso gli stati che la compongono e tra i diritti-doveri che hanno gli stessi stati verso l’Unione Europea. All’interno di tali riflessioni europee pare non esserci spazio per la considerazione dell’altro essere umano: i singoli stati tendono sempre più a rinchiudersi in se stessi in un’ottica nazionalista, mentre l’Europa concentra la sua attenzione principalmente su una stabilizzazione economica del vecchio continente. Mentre si discute sul ruolo dell’Europa facendo il solito scaricabarile, centinaia di migliaia di persone fuggono dalla povertà e dalla guerra cercando riparo nel continente della splendente civiltà ellenico-romana che caratterizzano la storia del mediterraneo e dell’Europa. A Ventimiglia migliaia di persone si ritrovano senza possibilità di muoversi: non possono andare avanti e non possono tornare indietro, separate chilometri dal loro obiettivo o dalla propria terra d’origine, ferme, immobili in uno stato di blocco fisico ed identitario.
L’immobilismo emotivo dell’Eurozona fortunatamente non colpisce tutti e moltissime persone cercano quotidianamente di dare sollievo ai migranti fermi nel limbo del presente: per questo la Croce Rossa ha deciso di attivare immediatamente uno sportello per facilitare le comunicazioni tra i migranti e le loro famiglie tramite il servizio di Restory Family Link (RFL). I migranti non contattano le famiglie da mesi. Qualcuno ha sentito per l’ultima volta i propri cari appena prima d’imbarcarsi in Libia. C’è chi non ricorda il numero di casa e chi ha viaggiato con un amico, perdendone le tracce al momento dello sbarco. Il servizio, in esclusiva al Movimento Internazionale della Croce Rossa e Mezzaluna Rossa grazie alla sua rete capillare in tutto il mondo, aiuterà le persone a ripristinare i contatti con i propri cari e offrirà assistenza e servizi per i ricongiungimenti familiari. L’umanità è dell’uomo, non degli stati.

di Andrea Poliseno

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