La commissione europea chiede indietro i soldi della PAC

L’Unione Europea stanzia dei fondi per sostenere le politiche comuni. 

Siamo stati abituati a pensare, che si trattasse di fondi incontrollati, cui accedere senza poi dover rendere conto della spesa. Invece capita che la Commissione europea, nell’ambito della procedura di liquidazione dei conti, si accorga che gli Stati membri non hanno fatto un uso corretto dei fondi stanziati. In effetti, la Commissione svolge oltre 100 controlli l’anno, per settore, per verificare che i controlli effettuati dagli Stati membri (sono responsabili della gestione della maggior parte dei pagamenti, ma anche dei controlli) e le correzioni delle carenze siano sufficienti. Se dai controlli emerge che lo Stato membro non si è adoperato per garantire che i fondi dell’UE siano stati spesi correttamente, li chiede indietro. Questi soldi, tecnicamente riconfluiscono nel bilancio dell’Unione per inosservanza delle norme UE o inadempienze nelle procedure di controllo.
Lo scorso martedì, la Commissione ha chiesto a ben 22 Stati membri (praticamente tutti) la restituzione pi parte dei fondi della politica agricola comune (PAC), per un totale di circa 393 milioni di euro (altri 21 milioni erano già stati recuperati). 
 L’Italia ha dovuto restituire 76,11 milioni di Euro per 5 diverse motivazioni: gravi lacune nel sistema di controllo e frodi nel settore della trasformazione degli agrumi; controllo inadeguato di vari criteri di gestione obbligatori (CGO), mancata definizione di 3 buone condizioni agronomiche e ambientali (BCAA) e inadeguata applicazione di sanzioni; assenza di controlli incrociati con la banca dati degli animali e ritardi nei controlli in loco; pagamenti tardivi e lacuna nei criteri di riconoscimento.
Un pochino più virtuosi sono stati Spagna (63,49 milioni di euro), Francia (41,36 milioni di euro), Polonia (36,13 milioni di euro) e Romania ( 17,78 milioni di euro). La maglia nera, invece spetta al Regno Unito, che ha dovuto restituire ben 138 milioni di euro, di cui 14,2 milioni già restituiti. La più brava dell’Eurogruppo rimane sempre la Germania, cui non è stata richiesta alcuna restituzione. 
 
di Raffaela Neri 

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