di Matteo Panetta
I finti stage sotto l’occhio della Commissione Europea
La Commissione Europea intende adottare delle linee guida comuni per tutti i paesi membri, al fine di regolamentare e migliorare i contratti di stage attualmente in vigore di cui spesso e volentieri si abusa. L’esperienze di “finti” stage sottopagati, con molte ore di lavoro e spesso con contenuti formativi alquanto scadenti ha sicuramente caratterizzato tutta la nuova generazione di neolaureati alle prese con le prime esperienze lavorative. Il fenomeno già ampliamente diffuso in tutta Europa si è, senza dubbio, acuito con la crisi economica. Imprenditori e istituzioni hanno ampliamente sfruttato la forza lavoro disponibile mediante falsi contratti formativi, sottopagati o gratuiti, per sostituire veri e propri posti di lavoro. La Commissione Europea per porre fine a tale situazione, pur non potendo intervenire direttamente sul mercato del lavoro, ha proposto agli Stati membri un indirizzo comune di azione per aumentare la trasparenza e migliorare le condizioni di lavoro per i tirocinanti. La manifestazione degli stagisti tenutasi a Bruxelles lo scorso luglio sulle condizioni di incertezza e precarietà di questo tipo di contratti, ha certamente dato un imput all’intervento delle istituzioni comunitarie. Tuttavia, Bruxelles farebbe bene a guardare anche in casa propria, dove un esercito di tirocinanti, sebbene con condizioni di lavoro decisamente più vantaggiose rispetto all’Italia, mantiene in vita il sistema delle istituzioni e degli organismi comunitari. Verrebbe quasi da chiedersi cosa succederebbe se per una volta a scioperare non fossero i lavoratori ma chi pur lavorando non percepisce stipendio.