Risale ormai al 22 dicembre 2004 l’inaugurazione del terzo tunnel stradale urbano più lungo d’Europa dopo il Port Tunnel di Dublino e il Södra länken di Stoccolma: La Galleria Giovanni XXIII di Roma.
Costruito subito dopo il Giubileo del 2000, il tunnel si è rivelato snodo fondamentale di collegamento tra la zona “alta” di Roma con quelle più centrali, divenendo la veloce e pratica alternativa a Via del Muro Torto, via per la quale si doveva raggiungere la già trafficata zona di Flaminio e del centro di Roma.
Delizia dell’urbanistica di Roma Nord-Ovest ma, anche, sua croce. Infatti, essendo la Galleria Giovanni XIII oramai il principale, e spesso il più veloce, collegamento tra il quadrante Nord-Ovest (XIV e XIII Municipio) e la parte Centrale ed Est di Roma, quando viene chiusa per incidenti e/o manutenzioni comporta sempre un’enorme congestione di traffico sulle vie a le direttamente collegate: Via Trionfale, Via della Pineta Sacchetti, Via Fani e Via della Camilluccia, per citarne alcune del quadrante. Da inizio dell’anno si possono contare circa 4-5 chiusure di tale snodo, circa 1 al mese, sempre per incidenti. Per non parlare delle chiusure notturne per manutenzione che solitamente coprono la fascia oraria dalle 22.00 (possiamo definirle notturne?) alle 6.00, cioè 8 ore di chiusura.
Avvertiamo che le prossime chiusure sono previste per questa settimana: la notte tra il 9 maggio e il 10 maggio, la notte tra l’11 maggio e il 12 maggio, sempre dalle 22.00 alle 6.00.
Per uno snodo così importante per il traffico romano, forse si potrebbe cominciare a pensare a una diversa gestione delle sue chiusure o a un piano per far scorrere il traffico più fluido.
Di Valerio Lofoco