«Il mondo che immagino è quello dove la tecnologia è davvero in grado di migliorare la vita di tutti noi». Queste sono le parole di un ragazzo di sedici anni che inconsapevolmente ha attuato il primo modello clinico in neurologia ovvero il modello della medicina patologica, dall’osservazione della malattia si tenta di spiegare il normale funzionamento.
Così Kenneth Shinozuka, un ragazzo estremamente giovane e brillante conun’ottima capacità di problem solving, ha osservato il nonno affermando: «All’età di quattro anni, mio nonno e io camminavamo in un parco in Giappone e lui, di colpo, si perse. Fu uno dei momenti più spaventosi che abbia mai vissuto. Fu anche il primo episodio che ci fece capire che mio nonno aveva il morbo di Alzheimer». Da lì, un’idea, progettare e creare dispositivi che possano migliorare la vita delle persone anziane con patologie degenerative, come suo nonno. Questo giovane scienziato vive e studia a New York, vincitore del premio Scientific American Science in Action Award della Google Science Fair in cui ha affermato di sè: «Mi piace trovare soluzioni ai problemi». «Ogni 67 secondi, a qualcuno negli Stati Uniti viene diagnosticato l’Alzheimer. Il numero dei malati triplicherà entro il 2050, e assisterli, così come assistere il resto della popolazione anziana, diventerà un’insormontabile sfida sociale». «Dopo l’evento del parco le sue condizioni sono andate sempre peggiorando. Si alzava la notte e vagabondava. Più volte si è fatto male nonostante mia zia si prendesse cura di lui. Ho iniziato a temere per la salute di entrambi». Continua cosi il ragazzo «Perché non mettere un sensore a pressione sotto il suo tallone? Se avesse messo il piede sul pavimento e fuori dal letto, il sensore sarebbe stato in grado di rilevare un aumento di pressione dovuto al peso corporeo e avrebbe mandato un allarme sonoro allo smartphone del badante». Da qui la geniale idea del calzino smart che ha basato la sua creazione su tre passi fondamentali: passo uno, la creazione di un sensore; il secondo passo, progettare un circuito; terzo ed ultimo passo, sviluppare un’applicazione per il cellulare. Questa idea, afferma il ragazzo, «doveva essere abbastanza sottile e flessibile da essere portato comodamente sotto il piede del paziente […] ho potuto progettare un circuito che misurasse la pressione misurando la resistenza elettrica» «Il circuito, invece, doveva essere indossabile senza fili, una tecnologia che consuma poca energia e può essere alimentato da una batteria a bottone». «L’ho programmata in modo che lo smartphone del badante si trasformi in un monitor remoto».
Il progetto diventerà prodotto commerciale nel 2016, nel frattempo per il piccolo grande Kenneth Shinozuka continuano le sfide nell’applicazione sociale di una scienza al confine tra tecnologia e attualità.
di Sofia Diana