Barcellona 2.0, nuove frontiere per la comunicazione

Dopo cinque anni dalla prima pubblicazione degli standard di misurazione della comunicazione, avvenuta a Barcellona nel 2010 durante l’European Summit on Measurement, vengono presentati a Londra i nuovi principi, sviluppati da AMEC in collaborazione con le organizzazione mondiali originariamente coinvolte: ICCO, l’istituto per le Relazioni Pubbliche, PRCA, PRSA e The Global Alliance.
Si tratta di un importante aggiornamento che i riflette i cambiamenti che stanno avvenendo nel mondo dei media negli ultimi anni e rispondono alla necessità di ampliare la visione delle comunicazioni integrate.
Secondo David Rockland della Ketchum Partner, già alla guida del dibattito nel 2010 ha presieduto ai lavori internazionali per definire gli aggiornamenti, è convinto che le nuove regole possano fornire una guida precisa sul “cosa fare”, diversamente dalle indicazioni dei principi originari incentrate d più sul “cosa non fare”. Barry Leggetter, Ceo di AMEC ha dichiarato: “Il lancio dei Principi di Barcellona 2.0 rappresentano il primo stadio in un programma di educazione globale.” E prosegue “AMEC fa appello a tutti i suoi membri, le imprese, le associazioni PR e gli accademici affinché mettano in pratica e promuovano i nuovi Principi all’interno delle attività lavorative.”
Uno dei primi interventi è stato fatto sull’ampliamento del raggio di azione che prevede il superamento della misurazione delle pubbliche relazioni, cambiando i linguaggi per chiarire che tali principi possono essere applicati a governi, organizzazioni e aziende. Si è puntato a rafforzare l’integrazione, riconoscendo l’importanza della comunicazione integrata cosi come una misurazione integrata. È stato poi necessario distinguere il ruolo della misurazione da quello della valutazione come un processo concreto di uso dei dati al fine di dare un giudizio sul valore e sull’efficacia. A questo si aggiunge la necessità di rendere importante il ruolo che le informazioni qualitative ricoprono nella misurazione e nella valutazione, poiché permettono ai professionisti di comprendere il perché dei risultati quantitativi. In calce viene ricordato ai professioniste che queste due metodologie devono essere trasparenti, coerenti e valide, poiché devono essere in grado di fornire suggerimenti sugli approcci e sulle metodologie adottate.

di Simona Chiti

Leave a Reply