Dal 2013 l’Atac ha pagato ogni anno 16 milioni di euro per il rinnovo delle gomme del suo parco autobus, contro una stima di spesa valutata 8 milioni di euro: la metà. Ogni anno gli iscritti alle varie sigle di lavoratori hanno goduto di permessi e distacchi sindacali senza adeguata giustificazione, e sempre ogni anno l’azienda paga 4,2 milioni per il servizio mensa e il dopolavoro dei suoi dipendenti in virtù di un “semplice” accordo sindacale firmato nel 1974.
In una lettera inviata venerdì scorso ai sindacati Rettighieri ha dichiarato: “Con la presente comunicazione si intendono decaduti e comunque disdettati tutti gli accordi sindacali aziendali in materia di mense aziendali, distributori automatici di alimenti e bevande, attività socio-ricreative e sportive nonché ogni altro impegno derivante da convenzioni e prassi in atto”. Un duro colpo inferto al Dopolavoro Atac Cotral, un’associazione senza scopo di lucro che “promuove la formazione sociale dei lavoratori mediante un sano e proficuo impiego del tempo libero” ma che non brilla certo per trasparenza. Le modalità di affidamento dei servizi – come gare pubbliche per scegliere i fornitori – e i successivi controlli sulla loro effettiva erogazione sono un mistero, così come i controlli qualitativi e quantitativi previsti per i pasti erogati nelle mense aziendali, pagati in parte come contributo da Atac e Cotral. “Non si sa se le cucine sono a norma, chi eroga i pasti e chi li certifica”, ha ammesso l’ex Assessore ai trasporti Stefano Esposito.
Con questa lettera si intendono inoltre cessati i numerosissimi benefici concessi ai dipendenti Atac e Cotrasl iscritti al Dopolavoro, tra cui le convenzioni con stabilimenti balneari, centri sportivi, ristoranti, scuole, negozi, studi medici e studi legali.
Di Benedetta Carulli