Allarme rosso acque Roma nord, chiusi gli acquedotti Arsial. Non rispettano i criteri di sicurezza minima, secondo il Comune

 

L’acqua, si sa, è un bene prezioso. È la base della vita, visto che 2/3 del nostro corpo sono composti proprio di questo liquido. Senz’acqua un adulto può sopravvivere non oltre dieci giorni, un bambino addirittura solo tre.

Questa importante risorsa di vita, però, è stata negata ai cittadini di alcune strade dei Municipi XIV e XV. Un’indagine della Asl Roma C ha rivelato che gli acquedotti Arsial presenti nei centri in questione non rispettano i criteri batteriologici adatti al consumo umano. Insomma, si tratterebbe di acqua non potabile.
Il sindaco Virginia Raggi ha immediatamente firmato un’ordinanza che proroga fino al 31 dicembre 2016 il divieto di erogazione nelle aree di Malborghetto, Camuccini, Piansaccoccia, Monte Oliviero, Santa Maria di Galeria, Brandosa, Casaccia-S. Brigida. Nel solo Municipio XIV le persone colpite da questo problema sarebbero più di 2 mila.
Il tutto, ricordiamolo, è una proroga di un decreto che era stato già attuato dall’allora sindaco dem Ignazio Marino nel marzo 2014, quando lo stesso identico problema aveva colpito gli acquedotti Arsial nella zona, coinvolgendo 500 individui, e che aveva spinto il Comune a imporre all’ente pubblico di rifornire le famiglie colpite da questo disagio con delle autobotti.
Insomma, sembra non esserci pace per i poveri abitanti di queste aree di Roma nord, in una città sempre più preda dell’incuria e del degrado, nonostante il suo status di culla della civiltà occidentale.

Di Simone Pacifici

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